GAETANO CENTRONE

"LESSEMA" 

 

Gino Sabatini Odoardi (Pescara, 1968) è partito dalla pittura, abbandonata nella sua versione tradizionale nel 1994, da quando ha iniziato a mettere “sotto plastica” gli strumenti e le opere del pittore. Ha indagato negli anni diverse aree simboliche: il dogma religioso e politico, la memoria, il concetto di postumo e soprattutto il bicchiere, un simbolo anti-simbolico che è divenuto uno dei suoi lessemi di riferimento. Non si può non dare importanza centrale al procedimento tecnico adottato da GSO per diversi motivi, sia perché occupa tutta la sua produzione matura, sia perché, trattandosi di una tecnica unica e avanguardistica, coincide anche con un pensiero che ha permesso di generarlo. La termoformatura in polistirene nasce dal superamento di una tecnica pittorica che non soddisfava più l’artista, e gli permette di cristallizzare un oggetto fissandone per sempre la forma profilata, non suscettibile di eventuali cambiamenti, rotture, spostamenti. Il suo lavoro quindi si pone in tal modo come intersezione tra pittura, scultura e operazione di concetto e infine, analogamente agli altri artisti qui presenti, come intersezione tra τέχνη e concettuale. La radicalità di tale operare è enunciata anche dall’azzeramento cromatico: gli oggetti così “lavorati” sono quasi sempre, con poche eccezioni, di colore bianco, su cui può intervenire con il disegno. Nella produzione dell’ultimo decennio la superficie bianca suggellante si è increspata in forma di piega, riallacciando il lavoro di GSO alle reminiscenze barocche che sono patrimonio ineludibile del nostro paesaggio visivo. Ma se la piega ha in tutta probabilità una genesi nella biografia dell’artista, proveniente da una famiglia di tappezzieri, veicola certamente significati ulteriori, spezzando omogeneità e simmetrie, movimentando la trama con luci e ombre, seminando il dubbio. Dando un ritmo mentre sullo sfondo si staglia la battaglia con il tempo. Cos’altro sarebbe, se non una questione di tempo, la sedia del Senza titolo con sedia, che convoglia e catalizza sguardo e attenzione sulla precarietà di un equilibrio che possiamo immaginare come effimero? Non eterno?

Altri lavori presenti fanno parte del ciclo Il bicchiere, oggetto da sempre di riflessioni da parte di GSO, qui ispirate dalla novella di Thomas Mann Mario e il mago. Laddove il racconto dello scrittore tedesco era metafora politica, qui avviene uno slittamento della metafora in chiave filosofica ed esistenziale, con l’illusione ingannevole del disegno che cambia forma rivestendo il bicchiere. 

 

Torino, aprile 2024

 

* Testo pubblicato sul pieghevole in occasione della mostra collettiva "Lessema", a cura di Gaetano Centrone, con Enrico Iuliano e Saverio Todaro. Riccardo Costantini Contemporary, Torino, aprile 2024;