SEMINARIA SOGNINTERRA
Intervista a cura di Mattia Biagetti
Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro?
Il passato è fondamentale, non è una cosa morta ma è la sostanza di cui è fatto il tempo. Guardarsi indietro fa male ai muscoli del collo. Spesso lo ricordiamo male, ma non è nient’altro che il futuro di ieri.
Quali sono gli elementi su cui vorresti/e lavorare ancora?
Non ho mai lavorato sugli elementi, ma sulle domande che non troveranno mai risposte.
Raccontami di più dell’opera sospesa “Senza titolo con sedia” 2016/2023
Installerò una delle mie tante sedie inclinate nella pancia di una torre di avvistamento di Maranola. L’ho immaginata sospesa in aria, levitante, in estasi, circoscritta e sorretta da cavi in acciaio. Questo corpo che in altre circostanze installative ha ceduto la forza ad un drappo disciplinato, in questo caso cercherà di sottendere un miracolo fuori asse ridisegnando una nuova livellatura. Un tentativo di giocare a scacchi con il baricentro del mondo senza certezze. Anche perché siamo tutti ostaggi, cambia solo la postura.
L’opera sarà corredata da un piccolo disegno/progetto a rilievo e posizionato nell’arco di via Tre Ponti: “Senza titolo con sedia” 2023 cm. 25x25x1.
Un progetto che non hai potuto realizzare, ma che ti piacerebbe fare?
Ho sempre cercato ostinatamente di dare seguito alle mie visioni. Ricordo sempre una citazione di Napoleone Bonaparte “Impossibile: è una parola che si trova solo nel vocabolario degli stupidi”.
Il bicchiere è evidentemente un topos nella tua ricerca, ci sono però altri temi che ricorrono spesso nella tua produzione come il concetto di sacro, di postumo, il bianco e il nero. Volendo citarti, “esiste una linea guida perché esiste un’idea guida” ecco che valore ha per te la piega?
Forse il significante è da ritrovare nella mia infanzia: provengo da una famiglia storica di tappezzieri e di conseguenza ho sempre avuto residenza stabile nel panneggio. La piega è una magia composta di senso che si replica all’infinito nel suo illimitato riprodursi, stratificarsi, costituirsi. Questi labirinti nomadi senza finestre hanno la grande proprietà di celare nuove armonie in cui ogni azione è un’azione interna, piega nella piega, ombra nell’ombra. Ogni lieve ondulazione coagulata sfugge alla rigida scala diatonica della forma, un gioco espressivo di “accordi” (Gilles Deleuze). Ogni panneggio è una ruga barocca che cela tracce e segni che coincidono con gli elementi essenziali della percezione, luce/ombra, bianco/nero, interno/esterno. Drappi, che nelle loro infinite combinazioni, raccontano le innumerevoli risvolti della vita, dove niente è chiaro e rivelato. La plasticità dell’ombra nascosta è sperimentabile ma non verificabile, così come gli ingressi multipli diretti all’anticamera del pensiero muto. È qui che ripiego, da astigmatico, il mio sguardo ateo sul mondo.
Roma, agosto 2023
* Intervista pubblicata sul sito di Seminaria Sogninterra a cura di Mattia Biagetti, in occasione del 7° Edizione Festival Biennale d'Arte Ambientale a cura di Marianna Fazzi, tenutasi nei giorni 25-26-27 agosto 2023, Maranola (Formia).